Potassa è una frazione del comune di Gavorrano.
Il paese di Potassa è situato in pianura, nell'area delle Colline metallifere nella Maremma grossetana, alle pendici delle propaggini settentrionali del Monte Calvo (468 m s.l.m.) e di quelle meridionali di Poggio all'Ulivo (141 m) e Poggio Moscatello (239 m). Potassa sorge a ridosso della ferrovia Tirrenica e della superstrada Variante Aurelia.
Il borgo è distante circa 7 km dal capoluogo comunale e poco più di 30 km da Grosseto.
La frazione è sorta tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo e si sviluppò maggiormente a partire dal 1864, quando fu inaugurata la ferrovia Follonica-Orbetello
e qui realizzato lo scalo principale del comune di Gavorrano. Il paese
vero e proprio si sviluppò poco a ovest della stazione, nella località
denominata Gabriellaccio, grande tenuta dove abitavano coloni e lavoratori soprattutto legati all'attività mineraria. Il toponimo Potassa va infatti ricondotto alla lavorazione della potassa, in quanto qui sorgevano alcuni impianti. La frazione era nota per la presenza di una locanda con stazione di posta. Potassa è ricordata anche dall'archeologo George Dennis nel suo Cities and cemeteries of Etruria (1884)
A Potassa, l'11 giugno 1944,
furono fucilati dai nazisti due partigiani maremmani, il gavorranese
Primo Moscatelli e lo scarlinese Flavio Agresti; tuttavia, il primo
riuscì a sopravvivere fortuitamente fingendosi morto, in quanto non
colpito in punti vitali. Sul luogo della fucilazione, lungo la vecchia
Aurelia di fronte alla ferrovia, sotto due cipressi, è stato posizionato
un cippo funebre in ricordo del partigiano Flavio Agresti, poi
insignito della medaglia d'argento al valore militare.